TECNICA |
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Intervista ad ANDREA e STEFANO DUSE – Gennaio 2008
Perché nasce l’idea
dell’intervista: L’idea mi
è nata dopo la lettura sul Forum degli Apostoli dello Spinning di alcuni tread
che narrano di una incredibile serie di catture di grossi pesci quali carpe,
tinche, lucci, siluri, sandre... da parte di un gruppo di amici veneti. Mi
resi subito conto di trovarmi di fronte ad una “scoperta” che
rivoluzionava in qualche modo la pesca a lancio perché portava a conoscenza
dei pescatori una possibilità incredibile e cioè quella di poter prendere
grosse carpe e tinche (per non parlare di altre specie), nella stagione fredda,
non casualmente, ma con costanza di risultati e praticando una ben specifica
tecnica nei loro confronti. Si
poteva in sostanza partire da casa attrezzati specificatamente proprio per
mirare ai grossi ciprinidi, che non diventavano più prede occasionali ma che
diventano a tutti gli effetti oggetto di attenzioni mirate e specifiche. Mi
misi subito in contatto con Andrea Duse, un passato da buon agonista
della pesca al Black Bass in coppia con il più famoso Massimo Zanetti
(nota firma del mondo della pesca che scrive da anni su Mosca & Spinning),
il quale dopo essersi consultato con gli amici, si è reso disponibile a
rilasciare questa intervista; ma non indugiamo oltre e... partiamo subito con le
domande. Da
quanto tempo avete iniziato a praticare questa tecnica? R.
Pratichiamo
questa tecnica da quattordici anni. Inizialmente ci rivolgevamo solamente ad
alcune specie, poi in seguito ci siamo accorti, man mano che cambiavamo i posti
dove si praticava la tecnica, che si ampliavano sempre di più il numero delle
specie che riuscivamo a catturare e la qualità delle catture stesse. Ora
iniziamo a pensare che questa tecnica permette di catturare quasi tutte le
specie ittiche presenti in un luogo di pesca. Come
è nata la scoperta che con la testina piombata oltre ai predatori classici si
prendevano anche i ciprinidi? R. La
prima idea mi nacque sfogliando una rivista americana che mi regalarono ormai
tanti anni fa, era un numero di “In-Fisherman”. Venni attirato da
tante catture di Lucioperca fatte tutte con la testina piombata innescata con
grub siliconici. Sempre
in quegli anni mi iscrissi al BEBA Spinning Club e
successivamente, parlando con il presidente Mario Barolo, mi rivelò che
riusciva a prendere i Black bass con una certa regolarità, pescando tutto il
periodo invernale proprio con la testina piombata o con esche molto piccole. A
me ed a mio fratello Stefano venne la voglia di provare ed iniziammo ad
acquistare le prime testine nei negozi ed a fare le nostre prime timide uscite. Cominciammo
dal fiume Brenta catturando i primi Black Bass ed i primi Cavedani con
una certa regolarità, assieme a dei grossi esemplari di Scardole e
qualche Persico Reale. Poi
ampliammo le nostre uscite anche all’Adige e al Bacchiglione, continuando ad
avere una certa regolarità di catture. Anzi in alcune grosse buche del fondale
cominciarono anche ad uscire qualche esemplare di Luccio. Mi
ricordo che una volta, assieme a Mario, facemmo una battuta di pesca dalla barca, nell'alto Brenta.
La quantità di Persici Reali pescati fù impressionante, assieme a un
discreto numero di Lucci e qualche Black bass. Naturalmente impiegando solamente
testine piombate ed innescando grub da tre pollici e qualche tubes
siliconico. Agli
esordi di questa tecnica gli unici ciprinidi che riuscivamo a
catturare erano solamente: Cavedani, Scardole, qualche Pigo e qualche
Savetta . Nei fiumi dove pescavamo.a quei tempi, ogni tanto riuscivamo ad agganciare qualcosa di grosso ma regolarmente questo”essere” riusciva a spaccare sempre il filo, senza mai riuscire a vedere cos'era perché la leggera attrezzatura impiegata faceva sì che il pesce ci portasse via tutta la lenza, ci spaccasse il terminale oppure permetteva che il pesce finisse dentro a alberi sott’acqua o ostacoli di altro genere. Penso si trattasse sempre di grosse carpe. Quali
specie di ciprinidi si catturano? R.
Attualmente
riusciamo a catturare Cavedani, Pighi, Scardole, Carpe, Tinche, Aspi, Amur,
Savette, Carassi e Bremes; naturalmente avendo la fortuna di pescare in acque
che li ospitano. Ed
in quale stagione si possono insidiare con maggiore successo? R.
La stagione che si possono catturare con successo è sicuramente l'inverno; io,
mio fratello Stefano ed i miei amici peschiamo con la testina solamente d'
inverno. E a
fine intervista vi spiegherò il mio punto di vista sul motivo dei risultati
invernali, in base a nostre considerazioni di carattere logico ed a fronte
all’esperienza di anni di pesca maturata con questo sistema. Quali
altre specie di pesci predatori si catturano?
Quali
sono i vostri record personali, secondo le varie specie, pescati con le testine? R. E’
una domanda un po’ difficile alla quale non vorrei rispondere per non passare
da presuntuosi o racconta frottole; ma cerchiamo di ricordare almeno quelli
principali. Con il
Cavedano abbiamo spesso superato i 2 kg. ; con il Luccio siamo arrivati a 6,450
kg. preso proprio nel 2007; con il Lucioperca kg. 7,8; con il Siluro siamo a
25kg.; l'Amur più grosso ha fatto fermare la bilancia a kg.12,7 ; mentre per la
Carpa regina dobbiamo registrare il nuovo record a dicembre 2007 che è di
kg15.500 ; per l'Aspio1,5 kg. ; la Breme 2 kg. ; la Cheppia 1,3 kg. ed infine la
Spigola kg. 2,8 . Questi record
sono stati raggiunti da me e mio fratello Stefano, ma altri pescatori nostri
conoscenti ed amici hanno preso alcuni pesci di queste specie ben più grossi. Quali
sono i vostri standard di pescato giornaliero, utilizzando le testine? R.
Questa è
davvero una bella domanda perché nonostante la nostra esperienza messa in campo
in questi anni, soprattutto nel localizzare gli spot “giusti"anzi diciamo
“perfetti" può capitare qualche rara volta anche di fare zero assoluto,
ovvero cappotto, pur sentendo comunque le tocche dei pesci. Ma
i misteri fanno parte della pesca e, credetemi, è sicuramente meglio così. Ad
ogni modo, giudicando una giornata tipo e pescando solamente in due persone
esperte della tecnica (ad es. Andrea e Stefano ndr) mediamente in una giornata,
riusciamo a catturare sui 50 kg. di pesce contando tutte le varie specie. Se
invece la giornata é di quelle non eccezionali, anzi sul mediocre, riusciamo a
catturare sui15kg di pescato. Ma
molto spesso, anche se qualcuno non ci crederà, abbiamo superato il quintale.
Forse qualcuno sta già ridendo ma vi chiedo di riflettere su questi fattori:
...spot giusto....un pò di siluri che vanno dai 5 ai 12 kg, una ventina di
carpe dai 3 ai 5 kg. aggiungeteci un pò di pesce di più piccola taglia e
magicamente ... vedrete che i conti tornano! Senza poi contare gli innumerevoli carassi, che creano un
enorme disturbo all’azione di pesca perché a volte sono talmente famelici e
numerosi che sembrano peggio dei Piranha. Ed
in quale stagione si possono insidiare con maggiore successo? R.
Senza ombra di dubbio tutto il periodo invernale. Il perché è spiegato dal
fatto che in questo periodo di acque fredde si è notato la facilità con cui i
pesci di varie specie si riuniscono in folti branchi ed in questa precisa
situazione di carestia alimentare scatta la competitività alimentare per
contendersi quel poco che la natura offre o come in questo caso... offre il
pescatore! La
testina di questa situazione la fa da padrone perché opera proprio a ridosso
del fondale, dove nei mesi invernali rimangono ammassati i pesci uno di fianco
all’altro per cercare di scaldarsi a vicenda e per rimanere nel luogo in cui
le condizioni climatiche sono leggermente migliori di altri. Una
volta che la temperatura dell’acqua si alza (attorno ai dieci - dodici gradi)
ed i livelli della stessa aumentano, smette quasi di colpo il rendimento della
testina. Evidentemente
il pesce non rimane più imbrancato si disperde in tutte le acque, magari
comincia a trovare altro nutrimento e... la magia della testina finisce e
bisognerà aspettare fino all’inverno successivo. In
quali acque è possibile praticare questa tecnica mirata ai ciprinidi, quali
sono i luoghi migliori? R.
Per insidiare soprattutto le carpe e gli amur, meglio indirizzarci verso i
piccoli canali d‘irrigazione, soprattutto quelli con scarsa profondità,
diciamo sul metro, metro e mezzo ma anche meno. La
cosa davvero importante pescando in questi piccoli ambienti è quella di trovare
un tratto del letto del canale dove si forma almeno una piccola buca. I
punti migliori saranno in prossimità di: piccoli macchinari come le chiuse, i
mulini, sotto i ponti, piccole chiaviche, briglie, porte vincianee, incroci con
altri canaletti d’immissione. L’ideale
sarebbe poi che questi luoghi presentassero le rive magari in sassi o cemento ed
anche il fondale si presentasse pieno di sassi e qualche ramo sommerso. Il
perché è presto detto, questi luoghi riescono a mantenere qualche grado di
temperatura dell’acqua superiore al resto del canale e perciò a parità di
fondale vengono preferiti dai branchi di pesce. La
cosa negativa, da mettere preventivamente in conto, è che pescando in questi
ambienti il numero delle testine perdute fra gli ostacoli aumenta tantissimo
rispetto ad esempio se pescassimo su un fondale omogeneo in terra; ma le
differenze in termini di risultati, non faranno certo rimpiangere di continuare
a pescare nei posti ideali sopra descritti. Ora descriviamo la vostra attrezzatura,
cosa utilizzate esattamente e perché (canne, mulinelli, fili...)? Andrea:
canna da spinning monopezzo ST. CROIX legend tournament extra fast action 3/16
oz. 5/8 oz. Mulinello Shimano exage 2500. Stefano:canna
da spinning SPECIAL WALLEYE medium action 3/16 oz. ½ oz. Mulinello
Shimano exage 2500. Filo
nylon dallo 0,25 - 0,28 ; non utilizziamo la
treccia. L’importante
è che le canne siano sensibili e molto rapide per avere una risposta in ferrata
più veloce possibile. Questa
attrezzatura serve non tanto per i predatori che sono più gestibili nelle
mangiate poiché hanno abboccate più avvertibili, ma soprattutto per i
ciprinidi che hanno abboccate difficili e rapidissime. Le
canne poi devono avere una buona robustezza, per poter contrastare anche pesci
di grossa taglia che come abbiamo visto nella pesca con la testina sono cosa
tutt’altro che rara. Conclude
l’attrezzatura un buon guadino dalla imboccatura larga, per salpare in
sicurezza le prede dalle postazioni meno agevoli e per salpare senza rovinarlo
il pesce. Se
abbiamo l’auto vicina, si potrebbe anche prendere in seria considerazione
l’acquisto di un materassino da carpfishing in modo da appoggiarvi sopra le
nostre prede durante la delicata fase della slamatura in modo da non provocare
ferite al pesce. Sempre
utile da portarci appresso può rivelarsi un disinfettante in modo da curare al
volo eventuali ferite che il pesce possa provocarsi durante la lunga fase di
lotta.
Affrontiamo
ora l’argomento esca, ovvero la testina di piombo impiegata, so già che per
tirare fuori dall’acqua pesci di così grossa mole, non utilizzate le normali
testine piombate che si trovano comunemente nei negozi, ma ve le costruite voi;
che ami utilizzate, come li lavorate e come vi applicate il piombo... e in quale
grammatura? R.
In
questi ultimi anni sono apparse in commercio delle ottime testine. Ma hanno un
prezzo molto alto e con questa tecnica abbiamo visto che se ne perdono molte. Perciò
noi ce le costruiamo; utilizziamo da parecchi anni ami della VMC misura 1/0
diritti con occhiello; trattenendoli con un paio di pinze li scaldiamo sulla
fiamma dei fornelli di cucina (o con un fornello da campeggio) e poi li
pieghiamo con una pinza a becchi lunghi. Dopo
la piega li immergiamo nell’acqua in modo da temprarli, così da mantene
inalterate le proprietà di resistenza dell’acciaio. Prendiamo
poi un piombo spaccato da 5 grammi – valide sono le chevrotine per la pesca a
morto manovrato - e lo schiacciamo con la pinza sulla piega dell’amo lasciando
fuori solamente l’occhiello e la testina è completata. Poi
se le testine così grezze non ci piacciono, potremo colorarle, esistono infatti
in commercio delle apposite polveri vendute in vari colori. Il
sistema di utilizzo di queste polveri è davvero semplice; una volta scaldato il
piombo sulla fiamma lo si immerge nella polvere di materiale plastico che si
fonde tutta attorno alla testina appunto plastificandola. Si noterà però che rimangono sulla testina dei granelli di polvere che non hanno aderito perfettamente. Basterà allora passarla leggermente di nuovo vicino alla fiamma fino a plastificare anche queste piccole asperità e rendendo il tutto esteticamente molto gradevole, liscio, lucido e duraturo. Parliamo
ora del grub siliconico che si innesca sulla testina, quali modelli, colori e
misure utilizzate? R.
I grub siliconici che utilizziamo sono della misura di tre pollici. Preferibilmente
noi utilizziamo i colori: bianco, charteuse, arancio; ma sicuramente anche altre
tonalità saranno altrettanto valide. La
cosa sicuramente importante e che abbiano un buon movimento di coda. L’altra
caratteristica che privilegiamo è il loro basso costo perché come abbiamo
visto se ne consumano parecchio. Abbiamo
visto i luoghi migliori, le stagioni, le attrezzature e le esche... parliamo ora
di un’altra cosa fondamentale ovvero la tecnica di recupero, come vi
comportate e se questa cambia secondo le differenti specie insidiate? R.
Fondamentalmente le tecniche di recupero sono due; la prima è la classica
valida per quasi tutti i predatori e va effettuata una volta che la testina è
giunta sul fondale con saltelli sul fondo più o meno alti secondo la profondità
dell’acqua, con qualche pausa ogni tanto stando bene attenti a mantenere il
controllo dell’esca perché l’abboccata si può avvertire in qualunque
momento. Mentre
la seconda, più concentrata serve per catturare i ciprinidi. Si effettua
recuperando sul fondo con spostamenti della canna. La velocità dello
spostamento varierà a seconda dell’attività del pesce, mantenendo sempre il
filo in leggera tensione….concentrati e pronti nella ferrata perché le
abboccate ed i rifiuti all’esca sono molto repentini. Poi
ci sarebbe un terzo tipo di recupero che abbiamo chiamato “recupero sonda”. Si
lancia la testina e la si recupera come un normale cucchiaino, in modo da
coprire più acqua possibile per individuare dov’è imbrancato il pesce. Lo
si troverà sentendo le toccate dei ciprinidi più attivi o addirittura nei casi più fortunati si
cominceranno a fare subito alcune catture. Trovata in questo modo la zona di
stazionamento del branco dei pesci bisognerà iniziare a fare i recuperi più
mirati. Quali
difficoltà si incontrano inizialmente, prima di saper correttamente
interpretare la tecnica: R.
Le difficoltà maggiori saranno nel trovare lo spot giusto; quello che ospita
pesce in abbondanza e magari contiene varie specie,
in modo di essere con la nostra testina, continuamente in zona strike. Un
altro piccolo ostacolo che però può essere minimizzato da una buona
attrezzatura sarà il riuscire a capire la differenza tra una toccata rapida e
un piccolo ostacolo. Questa
sensibilità che si dovrà acquisire vi servirà oltre a ferrare il pesce
fulminandolo, anche a perdere meno testine possibili dato che l’amo sul grub
si trova in posizione scoperta. La
terza e ultima difficoltà sarà dovuta all’attrezzatura leggera che si
adopera, in sostanza si dovrà imparare a giostrare il pesce spesso di grosse
dimensioni, con il rischio reale di rompere la canna. Mi
è personalmente capitato di spaccare una Loomis con un amur - e nemmeno tanto
grosso – mi sono rilassato e forse distratto qualche secondo quando il pesce
è arrivato vicino a sponda; il suo scatto improvviso è bastato a farmi
scoppiare la canna tra le mani. L’abboccata
e la ferrata, come si sente e come ci si comporta? R.
Ci sono delle differenze di abboccata che variano da specie a specie dalla
attività che i pesci hanno in quel momento. Noterete
che il Lucioperca mangia quasi da fermo, mentre altre volte parte lentamente.. Il
Luccio invece quasi sempre ti viene incontro, dovremo stare particolarmente
attenti quando perdiamo il contatto con l’esca e ferrare; quasi sempre si
aggancia in punta di becco; d’altra parte se così non fosse, con i denti che
ha taglierebbe il nylon in un secondo! Diciamo
questo perché ci è capitato, mentre pescavamo in acque cristalline, di
osservare il luccio che morsicava
la testina ripetutamente a colpi secchi e netti. Ecco
perché in seguito alla nostra ferrata capita che lo si fori solamente in punta
di becco. Raramente
il luccio riesce a tagliare il filo, sicuramente proprio per questo suo modo di
attaccare la piccola testina piombata. Evidentemente la bassa temperatura gli
impone di risparmiare le forze per attaccare un’esca per lui così piccola e
che gli permetterà di ottenere uno scarso apporto alimentare. Continuando
a parlare del luccio io e Stefano pescando in abbinata avevamo fatto negli anni
scorsi queste prove; lui lanciava davanti a me impiegando cucchiaini rotanti e
spinnerbait, io lanciavo dietro utilizzando la testina, sempre in giornate
particolarmente fredde. Risultato:
Stefano non catturava nulla o solamente qualche luccio, io invece impiegando la
testina dopo di lui ne prendevo sempre di più, solitamente dai tre ai cinque
pezzi per battuta di pesca. Questo
crediamo significhi che con il passaggio di questa esca piccola e lenta i pesci
erano maggiormente stimolati ad eseguire un attacco. Parlando
invece di ciprinidi le cose si
complicano un bel po’; pescando prevalentemente in acqua bassa, le tocche sono
molto rapide e corte. L’Amur è davvero un fulmine e bisogna stare molto
attenti perché una volta agganciato parte a razzo”come vi dicevamo sopra
attenti alla canna”. Assecondatelo comminandogli dietro sulla sponda mentre la
sua fuga sbobina il filo, se lo spot ovviamente ve lo permette. Abbiamo
invece notato che la carpa pescandola nei piccoli canali quasi sempre mangia
nella sponda opposta. E questo avviene quasi sempre dopo aver lanciato la
testina in acqua al primo istante o al primo spostamento della testina stessa.
Sferra spesso un attacco secco e deciso, che molto spesso vi può cogliere
impreparati. Quindi
sempre filo teso e ferrata secca e rapida….anche se qualche volta si va per
forza a vuoto; non importa, man mano che ci impratichiamo della tecnica, si
sbaglierà sempre meno. Presumiamo
che quando l’acqua diventa freddissima anche il luccio rallenti parecchio la
sua attività. I continui passaggi della testina vicino al pesce arrivino a
stimolare un piccolo attacco corto. Altri
suggerimenti a chi vuole iniziare a provare questa tecnica? R.
Diremmo
che si deve iniziare con tantissima pazienza, soprattutto non abbatterci le
prime volte con la perdita a raffica delle testine. Ribadiamo
che il più grande segreto è sicuramente quello di pescare su uno spot dove è
assolutamente certa la presenza di tanto pesce. Una
volta individuato il branco di pesce su alcuni
punti precisi, bersagliatelo con una fitta serie di lanci; sentirete abboccate
molto rapide e risponderete altrettanto rapidamente. Questo
significa al novanta per cento che lo spot è pieno zeppo di carpe; se c’è
tanto pesce capiterà moltissime volte che con la ferrata andata a vuoto
beccherete la cugina o la zia che era di fianco a quella che aveva abboccato,
agganciandola magari per la coda o su altre parti del corpo. Avete
senz’altro trovato un posto molto ricco di pesce; attenzione però perché
agganciando esemplari di notevoli dimensioni non per la bocca, la lotta sarà
molto lunga a dura ed occhio come dicevamo sopra all’integrità
dell’attrezzatura. Senz’altro
comincerete a capire le abboccate “catturando tante carpe; è normale che
questo accada perché questa specie dovrebbe essere talmente numerosa anche
nelle vostre acque da risultare la specie predominante. Catturando
anche altre specie di pesci comincerete poi a notare le differenza sul tipo di
abboccata, cominciando così a capire che magari appartengono ai Lucioperca. Il
siluro generalmente non e difficile da capire se è presente ed ha voglia,
abbocca con molta facilità e determinazione. Gli
spot poi non sono tutti uguali nel contenere le diverse specie di pesci;
sicuramente però utilizzando la testina potrete riuscire ad insidiarle e
catturarle tutte. Ovviamente
armandovi di pazienza, senza scoraggiarvi ai primi insuccessi ed affinando le
principali tecniche di recupero sopra consigliate. Ricordatevi poi sempre che per la maggior parte delle
specie che vedete nelle foto la testina funziona soprattutto nel periodo
invernale. Conclusioni
e ringraziamenti: Un
ringraziamento di cuore va ad Andrea
Duse (Andreabass) e suo fratello Stefano per la cordialità e la
disponibilità che hanno dimostrato nell’illustrarci questa innovativa tecnica
di pesca . Ulteriore
Ringraziamento: Andrea
a Stefano Duse ci tengono poi a menzionare tutti gli amici del “Testina
Fans Club” per il loro prezioso contributo mirato al perfezionamento di
questa tecnica ed in particolare a Massimiliano Romoli (Manero), Diego
Bonaldo (Onlybass) e Mirco Fornaro (Fornariello). Spero
che questa intervista, così come è piaciuta immediatamente a me, sia risultata
interessante anche a voi e vi faccia venire la voglia di provare questa
micidiale tecnica. Posso
tranquillamente affermare che si apre da ora una nuova frontiera; la pesca a
spinning dei grossi ciprinidi nel periodo invernale. A
parte questo primo gruppo di “pionieri” capitanati da Andrea e Stefano, che
hanno scoperto e perfezionato questa tecnica, la pesca ai ciprinidi su scala
nazionale parte ufficialmente ora... sono davvero contento di presentarla sulle
pagine di “Black Bass & Co.” mi sa che nei prossimi anni se ne
vedranno davvero delle belle! Basti
pensare che mentre gli esocidi sono sempre meno ospitati nelle inquinate acque
del nostro paese, i ciprinidi rappresentano da sempre lo zoccolo duro dell’ittiofauna
italiana, proprio in virtù delle capacità di adattamento di queste specie a
torto considerate minori. Potremo divertirci
con le eccezionali doti di combattività delle grosse Carpe, che in tantissime
acque raggiungono e superano i dieci, quindici chilogrammi. Sarà davvero emozionante e divertente cercare di portarle
a riva con l’ausilio di attrezzature medio/leggere come quelle consigliate. Consideriamo poi che spesso questi pesci vivono negli
stessi ambienti dove sono presenti anche grossi e combattivi Amur o gli enormi
Siluri... per non parlare delle Sandre, avrete già compreso come sia meglio non
sottovalutare i consigli ed i trucchi svelati con questo articolo. Aggiungo
poi che non parliamo di super esche costose che arrivano dal Giappone o dagli
Stati Uniti come le swimbait, parliamo di super economiche testine in piombo
che come abbiamo visto possiamo costruirci anche da soli e parliamo di canne ed
attrezzature di potenza media, magari già in possesso a tantissimi lanciatori. Ecco
perché posso affermare tranquillamente che questa tecnica di pesca davvero la
ritengo alla portata di tutti i lanciatori italiani. L’ultima raccomandazione è ovviamente d’obbligo:
qualsiasi sia la specie catturata, massimo rispetto del pescato; adottiamo le
giuste prese durante le manipolazioni, alcune veloci fotografie per immortalare
il felice momento della cattura e poi via... liberiamo di nuovo i pesci sani e
salvi nel loro ambiente! Ciao
a tutti e buona p... ermanenza sul ns. sito ! Loris
Ferrari
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