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il
"Modena Rig" e le montature
per i Tube jigs Un’esca
ancora poco utilizzata in Italia dai pescatori è il Jig a Tubo o Tube Jig. Appartengono alla grande famiglia delle esche in gomma made in Usa; sono formati da un corpo cilindrico cavo all’interno, a forma di sigaro, che termina da un gonnellino (skirt) sempre dello stesso materiale. Le dimensioni di quest’esca vanno da 1” - 2” per le misure più piccole fino ai 4 e 5 pollici ed oltre. Vengono prodotti in una gamma pressoché infinita di colorazioni, come d'altronde succede per tutte le altre esche in gomma.
Le misure più piccole, negli Usa destinate ai Crappie (una specie di persico sole, molto popolare), in Italia possiamo impiegarle per tutta una serie di pesci ad ultraleggero; dalle Trote in cava, alle Cheppie, ai Cavedani… scoprendo che catturano saltuariamente anche pesci poco usuali come i Carassi, le Scardole…perfino le Carpe. Con fili ed attrezzature leggere, permettono di divertirsi parecchio in una moltitudine di ambienti acquatici. Proprio così, con quest’esca sembra davvero sia possibile catturare di tutto, io in una vasca da giardino di un vicino di casa ho persino catturato un pesce rosso e due grossi persici sole!!! Le misure intermedie e grosse invece, sono fantastiche per insidiare i Bass all’interno degli ostacoli ed a filo dei canneti, il loro recupero a saliscendi, intervallato da continui rilasci, attira irresistibilmente Bass di notevoli dimensioni…per non parlare dei Lucci, che spessissimo se ne vanno con l’esca in bocca, tagliando il filo. L’attrezzatura ed il recupero : Il
suo corpo cavo però, credo che metta in imbarazzo il pescatore che li vede per
la prima volta, perché non si riesce ad intuire immediatamente le modalità di
innesco. Credo
sia il principale motivo dello scarso utilizzo, in Italia, di quest’esca. E’
invece, a mio parere, un’esca dal rendimento eccezionale, soprattutto da
utilizzare negli ambienti inerbati e ricchi di ostacoli del sottoriva,
soprattutto negli hot spot soggetti a forte pressione di pesca. Io la
uso con successo, alternandola alla pesca con i Jigs piumati o con gonnellini e
trailer in silicone. Si
utilizza principalmente nel sottoriva a flipping leggero, è una tecnica
“finesse” da effettuarsi preferibilmente con canne da spinning rigide e ad
azione di punta, le stesse specifiche per i worm. Un altra tecnica molto redditizia è lo "Skipping" ovvero il lancio secco con la canna parallela alla superficie in modo da far finire a saltelli l'esca fin dentro al cuore degli ostacoli come cespugli, pontili ed ombrelli vegetali in genere. Sono postazioni ignorate dalla maggioranza degli altri pescatori, ma che consentono catture di riflesso da parte di stupendi esemplari che abboccano senza indugio, perché in quel particolare punto riparato si sentono tranquilli ed al sicuro. Il
Tube, se ben innescato e piombato,
mette in atto durante il recupero tutta una serie di scatti repentini in tutte
le direzioni, seguiti da cadute a cerchi concentrici verso il fondo, che non
lasciano indifferenti neppure i pesci più smaliziati ed apatici. La
leggerezza dell’insieme, il fluttuare del gonnellino che lo fa sembrare vivo,
uniti ad un recupero irregolare ed imprevedibile, fanno di quest’esca
un’arma vincente nelle mani del pescatore che impara ad utilizzarla
correttamente. E’ un’artificiale che permette di avvertire attacchi in tutti
gli strati d’acqua. Il
Black Bass infatti, secondo le stagioni ed il grado di aggressività, lo attacca fin
dal suo arrivo in acqua oppure via via che questo scende verso il fondo o
saltella nelle sue prossimità, mentre viene recuperato zigzagando in mezzo agli ostacoli. L’abboccata e la ferrata : L’utilizzo
corretto dei Tubes (e dei Jigs in genere), a mio parere, differenzia il bravo dal mediocre
pescatore. Solamente
chi sa avvertire il subdolo abbocco sul Tube in discesa, la breve fermata
durante la discesa stessa, i timidi assaggi all’esca riesce a catturare tanto.
Tutti gli altri, dopo alcune battute a vuoto, ritornano mestamente alle solite esche, definendo le catture sui Jig e sui Tube solamente dovute
ad occasionali colpi di
fortuna. Nelle
acque meno battute, o in presenza di forte aggressività da parte dei pesci, gli
attacchi vengono portati anche in modo classico, con tocche nette e ripetute,
belle partenze ed autoferrate, ma vi assicuro che se vi fermate solamente a
questi momenti, rischiate di perdervi le reali potenzialità di questa splendida
esca. Tantissime
volte l’abbocco avviene durante la discesa dell’esca, bisognerà
seguire l’azione con il filo in leggera tensione. Per eseguire correttamente
tale manovra vi consiglio di effettuarla le prime volte in acque limpide,
indossando gli occhiali polarizzati. Una volta capito il sistema di leggera
trattenuta, possiamo affrontare anche le acque opache con discrete possibilità
di successo. Chi
di voi ha potuto visionare alcuni video americani subacquei, avrà potuto notare
l’attacco fulmineo a queste esche da parte dei Bass, durante la discesa e gli
scarti laterali di quest’esca. Il predatore arriva ed ingoia con una velocità
incredibile l’esca…dopo alcuni istanti di assaggio, la risputa altrettanto
velocemente. Tantissime
volte perciò accade che il pesce abbocca l’esca, la assaggia e la risputa…
senza che noi ce ne accorgiamo!!! Massima
attenzione perciò durante il recupero e pronti a ferrare con forza al minimo
accenno di “situazione anomala” che percepiamo durante la pesca. Col
tempo, dopo centinaia di ore di utilizzo, riusciremo a cogliere anche la minima sfumatura, il minimo attacco, la minima
vibrazione, il minimo spostamento laterale del filo…diventando a nostra volta
dei bravi pescatori di Bass ! Si può
paragonare tale tecnica alla pesca del Cavedano a passata, solamente i più
bravi catturano, perché il segnale che arriva al galleggiante da parte di
questo astuto ciprinide è davvero subdolo e fulmineo; a questo repentino
segnale bisogna rispondere altrettanto fulmineamente, pena il totale insuccesso. Il
Bass è uno dei pochissimi pesci in grado di abboccare rimanendo fermo sul
posto, usando magistralmente le pinne laterali (che gli permettono persino
delle retromarce). Questo gli da la possibilità di attaccare un’esca che lo
ha incuriosito, senza che noi possiamo avvertire alcunché sulla canna. Tantissime
volte mi è capitato di ferrare, pescando in acque limpide, solamente vedendo
sparire l’esca in bocca al pesce…tantissime altre, soprattutto agli inizi,
il pesce se né andato risputando l’esca senza darmi modo di reagire e
lasciandomi sulla riva ad imprecare per l’occasione mancata. Se
impariamo a ferrare correttamente i Bass, sarà molto più facile catturare le
altre specie, poiché quest’ultime attaccano l’esca mentre nuotano
velocemente, facendo avvertire le abboccate in maniera molto più evidente. I modi di innesco : Passiamo
ora ad elencare i principali metodi di innesco di questa esca siliconica. Uno
dei più validi, a mio parere, è rappresentato da un piccolo piombo denominato
“Tube Weight” composto da un cilindro di piombo recante ad una delle
estremità, un occhiello metallico. Non
starò a descriverne la realizzazione, se non lo trovate potrete tranquillamente
costruirvelo con il solito filo d’acciaio ed il fusibile di piombo o una
torpille incollata con una goccia di Attack. Si
utilizza infilandolo dentro al corpo cavo del Tube dalla parte dell’occhiello,
fino a farlo arrivare alla sua sommità. Poi
si prende un amo da worm, del tipo piegato per l’innesco Texas, lo si infila
in testa al tube e si fa passare la punta dell’amo dall’occhiello posto sul
piombo. Poi
si esce lateralmente dal tube e si rientra verso la fine del corpo cilindrico e
si posiziona la punta dalla parte opposta. Il piombo rimarrà posizionato nella
curvatura dell’amo conferendo durante il recupero un ottimo movimento
all’esca e facendolo affondare correttamente di testa. E’
più difficile descriverlo che eseguirlo, la foto spiegherà meglio il tutto.
L’unico
difetto che ho riscontrato durante l’utilizzo è quello che a volte, durante
le slamature ed i successivi inneschi, si perde il cilindretto di piombo per terra o in
acqua, facendoci sfuggire qualche imprecazione. Un
altro sistema americano, di un noto angler, è quello di utilizzare, oltre al
piombo interno di cui sopra, uno speciale amo curvato in modo particolare e con
una piccola molletta metallica che serve per fissare il tube e non farlo
scorrere durante il recupero, denominato “Quick Clips”. L’ho
utilizzato parecchio, ma l’ho poi abbandonato perché non mi piace il sistema
di presentazione e di fissaggio perché rovina in pochissimo tempo l’esca. Gli
ami speciali con la molletta poi sono molto costosi, non mi sento davvero di
raccomandarli. Altri
sistemi prevedono l’utilizzo di ami antialga con piombature vicine
all’occhiello o l’utilizzo di teste piombate da Jig, ma non tutti mi
convincono perché spesso conferiscono all’esca movimenti molto meno
adescanti.
La regola imporrebbe di usare fili di diametro sottile (0,20 – 0,22) per riuscire ad ottenere un recupero vario e disordinato a scatti e discese a spirale sul fondo. Assieme a
questo accorgimento occorre comunque una piombatura fuori asse rispetto al corpo del Tube. Personalmente
sono contrario ai fili sottili, perché usando le esche a ridosso di
ostacoli, si finirebbe con lasciare in bocca ai pesci più belli, tutte le
nostre esche. Non abbiamo speranze di salpare un grosso Bass (e per grosso
intendo sopra al Kg.), con fili sotto allo 0,30 se peschiamo dentro ai canneti,
nei banchi di ninfee, negli erbai o dentro agli alberi in acqua. In pochi
secondi il grosso pesce si infilerebbe talmente dentro agli ostacoli che ben
presto non ci resterebbe altro che constatare la nostra impotenza e
l’inevitabile rottura del monofilo. Pensa e ripensa… nasce il “Modena Rig” Per
ovviare all’inconveniente e poter utilizzare fili robusti, il sottoscritto ha
ideato una apposita piombatura disassata, per innescare i Tubes ed altre
esche siliconiche, in grado ci conferire un buon recupero disordinato all’esca
e mantenere la punta dell’amo verso l’alto, per ottenere un buon effetto
antialga. Ho
chiamato questo sistema di innesco, scusandomi per l’immodestia, Modena Rig,
in onore della mia provincia di nascita e residenza, spero vivamente che vi piaccia. Dopo
i sistemi americani di innesco “Texas” e “Carolina” credo
che anche un po’ di italica immodestia possa non guastare, anche perché lo
ritengo davvero un sistema di innesco molto versatile e valido. E’
molto semplice da costruire perché occorre solamente di un po’ di filo
d’acciaio inox e del filo fusibile di piombo, un minimo di manualità e pochi
minuti di tempo. Soprattutto ha trovato un gradimento immediato da parte dei pesci…e questo davvero credo sia la cosa più importante. Spero
vivamente
che questo sistema, nei prossimi anni, verrà adottato da parecchi pescatori. I
materiali occorrenti per la costruzione : Passiamo
ora alla costruzione della montatura, partendo dai pochi materiali occorrenti : n
Filo
in acciaio inox dello 0,80 mm.
per le esche medie e grandi e filo inox dello 0,60 mm. per quelle
piccole, uno dei migliori è quello usato dai saldatori di acciaio inox
(preferibilmente AISI 316), perché è lavorabile in
tutte le direzioni, senza spezzarsi; n
Filo fusibile di piombo (di
diametri diversi, da 1 ai 2 millimetri); serve per attorcigliarlo a spire
strette sulla armatura
d’acciaio, formando la zavorra; n
Occorreranno
poi i soliti attrezzi, le solite pinzette a becchi conici e le pinze a becchi
quadri per piegare l’acciaio come da foto. La
costruzione della montatura "Modena Rig": E’
davvero molto semplice costruirla, partiremo da un pezzetto di acciaio lungo
dai 5 ai 7 centimetri. Successivamente, con la pratica, ci basterà un pezzetto molto più
corto, eliminando quasi l’eccesso di materiale. Ad
una estremità formiamo un piccolo anello chiuso, di diametro tale che possa
passarci il gambo dell’amo ma non l’occhiello dell’amo stesso.
Poi
curviamo l’acciaio dopo l’anello, seguendo una linea tonda, più larga di
un paio di millimetri della curva del Tube da innescare. Secondo le dimensioni dell'esca da innescare, solitamente dai 5 ai 20 millimetri, andremo ora a fare una piega a 90 gradi
e dopo ca. 4/6 mm. incurviamo di nuovo il filo d’inox per formare l’aggancio al gambo dell’amo tipo Texas, adatto all’innesco del Tube.
Per
verificare la simmetria della costruzione
possiamo infilare l’occhiello nell’amo e poi lo andremo a fermare nella piega in testa
di quest’ultimo. Poi fissiamo la piega d’acciaio sul gambo, magari stringendola
con un paio di pinze, per fare in modo che la stessa aderisca bene alla
curvatura. Tagliamo
l’eccedenza dell’acciaio sulla curvatura, con un paio di tronchesi,
in modo da farla sporgere per non più di un millimetro dal gambo.
La montatura è così
terminata, non spaventatevi dalla lunga descrizione, dopo averne fatte alcune
scoprirete con piacere che la realizzazione di questo piccolo ma utilissimo
accessorio è davvero facile e veloce. La
piombatura : Ora
basterà avvolgere attorno al filo metallico, dall’occhiello alla piega a 90
gradi, una spirale di filo di piombo; servirà ad appesantire il Tube per
poterlo lanciare ad alcuni metri di distanza e per
farlo nuotare con l’amo verso l’alto, conferendogli un buon effetto
antialga. Attualmente il sottoscritto costruisce i Modena Rig in tre misure diverse ed in altrettante classi di peso, questo mi permette di adottare rapidamente varie soluzioni in pesca, secondo la taglia dell' esca che intendo impiegare e la profondità a cui voglio farla viaggiare. Il
Modena Rig con gli ami antialga : Se
poi dovremo impiegarlo davvero in ostacoli fittissimi, come i canneti od i
banchi di ninfee, bisognerà costruire la
montatura attorno ad un amo antialga. In
commercio ne esistono di già fatti, come gli Eagle Claw a filo
metallico, oppure si possono costruire con un grosso filo di nylon rigido, o con
una forcella di acciaio inox dello 0,40 come spiegato in un altro articolo. La protezione del piombo: Se
siete dei perfezionisti potrete poi proteggere il piombo con una vernice trasparente
bicomponente (tipo KK1) per due principali ragioni: 1)
per evitare che dopo alcune
sessioni di utilizzo in acqua, il piombo si ossidi e formi uno strato di polvere
bianca. Se la montatura rimane nella scatola assieme all’esca, l’ossidazione
del piombo peggiora notevolmente l’aspetto del nostro artificiale, fino a
renderlo inutilizzabile e da buttare. 2)
per conferirgli un aspetto
molto più naturale, la protezione trasparente fa assomigliare il
piombo ad una larva traslucida, ad un parassita che si è attaccato all’esca,
ad un animaletto…ad un qualcosa che ha assalito quello strano “essere” che
stiamo presentando al pesce.
Inizialmente
avevo iniziato a rivestire il piombo con pezzetti di tubo di plastica di vari
colori, ma poi mi sono accorto che facevano sciogliere
la superficie del silicone dell’esca con cui veniva a contatto. E’
comunque buona norma, una volta a casa, staccare le montature Modena Rig dalle
esche che abbiamo impiegato e riporle in una apposita scatoletta, mantenendo le
esche siliconiche in apposite buste di plastica, separate per forma e colore. Io conservo le montature Modena rig, nella scatola delle minuterie, tenendole divise per dimensione, infilandole per l'anello in una spilla da balia.
L’innesco dell’esca
siliconica,
con il Modena Rig : Vediamo ora come innescare l’esca siliconica; è davvero molto semplice, basterà infilare delicatamente l’amo al centro della testa ed infilarlo per tutto il corpo cavo dell’artificiale, fino a fare uscire la curva all’inizio del gonnellino siliconico.
Ora
tenendo ben stretto il corpo del Tube, fra due dita, con l’amo rivolto verso
l’alto, fisseremo la montatura, infilandola nell’esca siliconica ed andando
a cercare l’aggancio del gambo.
Una
volta riuscita l’operazione di aggancio, noterete che il filo fusibile di
piombo si trova proprio aderente sotto la testa del Tube, mentre l’amo si
trova saldamente con la punta verso l’alto.
Provandolo
in acquario o in un ambiente con acqua limpida, noterete l’affondamento molto
naturale, sempre di testa, dell’esca e sollecitandolo a scatti e rilasci,
potrete ammirarne le evoluzioni subacquee. Scendendo verso il basso l’esca
rilascia interessantissime bolle d’aria che credo contribuiscano parecchio
ad attirare il pesce verso l’esca. ... un piccolo trucco Alcuni
pescatori professionisti americani aggiungono pezzetti di sostanze
effervescenti, all'interno del corpo del tubes, in modo da accentuare questo
fenomeno. Se
vi va di provare, vi basterà portare con voi un sacchetto di plastica
contenente granuli di magnesia effervescente e verificare da soli
l'efficacia del sistema. L’innesco
è così terminato, ora possiamo provarlo nella pesca pratica, adottando e
mettendo in pratica tutti i ns. personalissimi “trucchi “fatti di strappi,
brevi soste e rilasci altalenanti, per far sembrare vivo il nostro Tube
durante il recupero. Scoprirete
che tale sistema di innesco, tiene notevolmente, resistendo anche agli strapazzi
ed ai lanci più bruschi, cedendo solamente fra le fauci dei ns. amici
predatori. Questa
montatura, magari abbinata ad un amo antialga, risulterà un sistema
d’innesco davvero sicuro ed efficace, capace di perforare e stanare il
pesce anche nel profondo degli ostacoli, pronto però ad agganciarsi
perfettamente al momento dell’abboccata, visto che l’amo verrà a trovarsi
proprio nel punto giusto mentre il ns. predatore sferrerà l’attacco.
I tubes speciali : Ci
sono in commercio anche Tube completamente fosforescenti (come quello al
centro nella foto sopra), li ritengo perfetti da
usarsi in acque torbide e fortemente opache o all’imbrunire, quando anche una
insolita scia luminescente può risultare adescante. Io li utilizzo parecchio
anche nella pesca al siluro in ore di scarsa luce, usandoli anche come
trailer in grossi spinnerbait. Basterà ricordarsi di ricaricarli con la luce
di una torcia, dopo ogni lancio. Sarei
pronto a scommettere che sono altrettanto validi anche con il Luccioperca
o con le Spigole al mare…ma ancora non ho avuto la possibilità di
insidiarle. Conclusioni: Con questo articolo, non intendo certamente aver posto la parola fine all’argomento, ma semplicemente aver posto le basi per la maggiore divulgazione di un’esca relativamente nuova per le ns. acque, e di un’altrettanto nuova montatura, ma entrambe davvero meritevoli di essere provate.
Provatele
iniziando ad usarle come già vi ho detto, in acque limpide, per imparare sul
serio ad impiegarle bene, e poi fatemi sapere, anche le vs. esperienze
serviranno a migliorarmi. Se
poi volete approfondire l'argomento e scoprire la versatilità del sistema, vi
rimando alla lettura dell'altro articolo sull'argomento dal titolo: "Modena
Rig: applicazioni" dove imparerete come impiegare la montatura anche
con le altre esche in gomma. Ciao
a tutti e buona p... permanenza sul ns. sito ! Loris Ferrari
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