TECNICA

 

 

 

 

FUSION
La sostenibile leggerezza dell'esca

Di Luciano Cerchi -  foto di Gianna Moi 
(pubblicato
Febbraio 2010)

 

“Fusion” è la mia ultima e personalissima interpretazione della pesca a lancio, con attrezzatura  da spinning ultraleggero ma  con esche da coda di topo. Questo abbinamento fa subito pensare a tentativi poco riusciti, fatti con galleggianti ad acqua e piombi disposti sulla lenza, per lanciare mosche o esche senza peso. Niente di tutto questo, la mia tecnica prevede l’impiego di artificiali con peso sufficiente ad essere lanciati, seppure con un’attrezzatura molto dedicata. Cominciamo proprio da quest’ultima. Quando ho scritto ultraleggero, intendevo un paio di canne specifiche: una da metri 1,50 che lancia da 0 a 3 gr. e l’altra da metri 1,80 con grammatura da 1 a 5 gr. con azione rapida ed anelli in SIC, abbinate ad un mulinello taglia 1000 con trecciato traslucido dello 0.089 ed un finale in fluorocarbon dello 0.22, di una cinquantina di centimetri circa. La scelta di queste canne è determinata dalla leggerezza delle esche, ma sul trecciato voglio aggiungere che il suo diametro, così contenuto, agevola il lancio e che l’assenza di allungamento,  realizza una sensibilità senza pari, oltre che ferrate precise e fulminee. Ora vediamo le esche. La serie comprende due realizzazioni metalliche chiamate Rolling Blades, uno SpoonFoam, tre Walking  e tre  StreaMinnow, molto simili agli streamer comunemente usati per la pesca a mosca. Non sono però le somiglianze strutturali degli artificiali a determinare la nuova tecnica, ma la “tecnica” stessa. Parliamone subito, prima ancora di vedere le esche. 

Osservando la foto si nota subito che sto pescando a scendere in torrente, la freccia rossa più grande indica il senso della corrente, ma le altre semi/rotate, segnalano il giro dell’acqua in prossimità delle sponde. Ed è proprio in queste zone relativamente tranquille dove lancio le mie esche, in modo che la corrente stessa le animi facendole scendere verso valle. Io mi limito a controllare la tensione del monofilo, cambiare il livello di nuoto alzando o abbassando la canna, oppure  imprimo maggior vivacità con piccoli spostamenti di polso (jerking) ma senza mai effettuare un recupero vero e proprio. Lo stesso tipo di tecnica è efficace anche in ambienti di maggior portata, semplicemente lanciando sul filo di corrente verso valle. Dunque cosa ho cambiato? Ho alleggerito (come vedremo) il peso delle esche e fatalmente ho accorciato il raggio di azione, inoltre ho abolito il riavvolgimento continuo del mulinello per non ottenere movimenti ininterrotti  e standardizzati. Confesso di aver maturato questa tecnica dopo il lungo periodo  passato praticando  lo Spoon Fishing, e per la grande passione per i Lipless come l’indimenticato Filibustiere. Praticamente mi sono reso conto che ondulanti e lipless occupavano completamente le mie scatole porta esche, e che passavo lunghissimi periodi usando solo questi artificiali, da li, la voglia di fare qualcosa di più. Così ho iniziato con i Rolling Blades.

Per la precisione il Rolls ed il Blade, due rotanti modificati per evitare la torsione prodotta da queste esche, su questo stesso sito potrete trovare il tutorial per realizzarli. Pesano entrambi  4,5 gr. circa,  la novità radicale sta nella Round Head, disassata mediante una piccola forcella e l’inserimento della paletta con uno split ring. Questa piombatura evita la torsione, al punto che si possono usare con un semplice nodo Palomar, e svolge anche un modesto antialga, segnalando immediatamente il contatto contro gli ostacoli; la paletta così inserita, ruota a bassissime velocità mentre scende con la corrente e fa concentrare su di se l’attenzione del predatore. Sono le mie uniche concessioni alle esche metalliche. È possibile cambiare grammatura e forma della paletta a piacere (Colorado, Indiana e Willow)

SpoonFoam – La forma è quella di un comune ondulante dal corpo molto concavo, in realtà sono due fogli di foam da 1,5 mm. di diverso colore che racchiudono un filo di acciaio armonico, opportunamente modellato e piombato. Dopo averli incollati, l’ho semplicemente ritagliati sulla forma desiderata, aggiungendo un occhio con una goccia di colla. Pesa circa 4 gr., è lungo 4 cm. - La zavorra interna è controbilanciata dal  foam e  ritarda  l’affondamento  aggiungendo un’inedita plasticità. Nuota egregiamente attraversando correnti moderate.

Walking – Questo gruppo comprende le seguenti esche:

FilFish è un piccolo lipless affondante, costruito sul gambo dell’amo dritto tipo Aberdeen. All’interno del corpo ho incollato sezioni di piombo, ricoperte di strisce di foam e rivestito il tutto con Flexi Cord, ho aggiunto occhi adesivi, l’ho decorato con pennarelli indelebili e rivestito con colla epossidica per proteggerlo ed impermeabilizzarlo. La coda è ottenuta con un ciuffo di bucktail colorato e dallo sfrangiamento del flexi cord. Pesa 5 gr. ed è lungo 4 cm. coda esclusa,

CastFoam è il più lungo di tutti con i suoi 5,5 cm. per 5 gr. di peso. È un “walker” con anima in acciaio e piombatura interna. È stato realizzato con una sezione di Eva ricavata da una sezione bicolore di una ciabatta, lavorata e carteggiata come balsa. Ho solo aggiunto occhi adesivi e lievi decorazioni con pennarello. Raggiunge buone distanze e tende a rimanere negli strati alti dell’acqua per il materiale del corpo, seppure piombato. 

WalkFoam è l’unico galleggiante della serie, pesa 2,5 gr. ed è lungo 4 cm. circa. Il suo anello d’attacco posizionato sotto la testa, la forma del corpo e la piombatura interna, confermano il suo uso Walking di superficie. Il corpo è stato ricavato da una sezione di Eva tagliata da una tavoletta avvolgi lenza. Dopo averlo piombato, ho chiuso la pancia con una striscia di foam rosso.  Modellato e  carteggiato come balsa, l’ho decorato con pennarello indelebile e ho aggiunto occhi adesivi. 

 

Streaminnow – Questo gruppo comprende le seguenti esche:

FishBug è il più piccolo in assoluto ed il suo prototipo risale al 26 settembre 2006, praticamente ha dato vita alle mie idee di allora.  È  realizzato sul gambo di un amo dritto n. 4 pesa 2 gr.  ed è lungo 2,5 cm. coda esclusa. La piombatura è ottenuta avvolgendo spire di piombo sul’’amo, poi rivestito con Cactus Ciniglia colorata. La testa è formata da una piccola sezione di foam cilindrico infilato sull’amo su cui ho incollato gli occhi, la coda è in Antron ed una piccola striscia di foam colorato, ricopre il dorso

RedBuggy anch’esso è realizzato sul gambo dell’ amo ma di un n.4 tipo Texas, pesa 2 gr. ed è lungo 2,5 cm. coda esclusa. La testa è formata da una sezione cilindrica di foam infilata sull’amo. Successivamente ho incollato gli occhi. La piombatura è formata da spire di piombo avvolte sull’amo, in seguito rivestito con Cactus Ciniglia bianca. La coda è in Antron ed un ciuffo di bucktail rosso in testa completa la costruzione.

COMET deve il suo nome alla sua forma simile ad  una cometa, è l’esca  più lunga di tutte con i suoi 7 cm.  per soli 2 grammi di peso, ma anche la più morbida nel movimento. La sua piombatura è formata da spire di piombo sul gambo dell’amo del n. 2.  Il corpo e la coda sono in Antron “pettinato” e tagliato con la forbice, per raggiungere la forma allungata. Un ciuffo di bucktail arancione avvolto verso la testa, su cui ho incollato gli occhi, completano il dressing davvero semplice da realizzare.

CONCLUSIONI

Pratico Fusion  anche con altre esche di mia progettazione,  ma ho pubblicato la linea base, per essere più chiaro possibile. Oltre alla serie dedicata alla trota e cavedano, ho creato anche  una linea quasi completamente top water,  riservata al bass. Tutte le mie realizzazioni si prestano ad infinite variazioni di lunghezza, peso e colore, senza però perdere la loro caratteristica peculiare di estrema leggerezza., quella anticipata in apertura “La sostenibile leggerezza dell’esca “ che però non deve spaventare, visto che le grammature di massima di queste esche, rimangono negli standard di quelle comunemente usate.  Come già detto, in torrente/fiume lancio a scendere con la corrente, senza un recupero vero e proprio; i delicati e discontinui movimenti aggiuntivi, si ottengono spostando la canna lateralmente, dopo aver riavvolto il filo in eccesso. In pratica, il mulinello  diviene quasi un contenitore di filo, fino al momento del recupero della preda. Jerkandole, queste esche funzionano bene anche nelle acque ferme del lago, mentre i due Rolling Blades, sono i soli che devono avere un minimo di continuità di recupero, benché anche nel loro caso, la spinta della corrente favorisca la rotazione della paletta. 

Dello SpoonFoam, esiste anche una versione più semplice, montato su amo Texas, presente sul Forum.  Ecco è tutto qui...una manciata di esche da usare in maniera assolutamente non convenzionale, per chi come me ha voglia di uscire dagli schemi, costruendosele  con materiali alternativi e dar libero sfogo alla creatività. Non mi sogno neppure lontanamente di aggiungere che queste esche e questa tecnica, catturano più delle altre, ma solo che prendere pesci con qualcosa di completamente mio (tecnica ed esche) aggiunge qualcosa in più al piacere di essere sul fiume. 

Tutti i miei artificiali nascono con amo singolo a filo sottile  barbless, o con ardiglione schiacciato accuratamente e di dimensione adeguata, per evitare il più possibile di arrecare danni al pesce, seguendo una mia ormai incrollabile filosofia. A volte questo sistema e queste esche, possono “mostrare un po’ la corda” e risultare meno adatti, ma  il mio pensiero è questo: “non è importante raggiungere soltanto l’obiettivo, ma piuttosto come lo si raggiunge  

Luciano Cerchi

 

 

 

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