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La Swim-bait in Testo e foto di Rossi
Gianluca (basshunter.1) - Marzo 2008 Chiunque volesse
cimentarsi nella sua realizzazione potrà trovare in queste poche righe
dei validi ausili al compimento della propria opera super Catturante. Il tutto comincia
con il procurarsi delle immagini ( meglio se si possiede l’originale)
effettuate da diverse angolazioni attraverso le quali cogliere i
particolari delle finiture, ma soprattutto le reali dimensioni e il
rapporto in cui esse sono tra di loro. In questo modo, in ogni momento
dovremmo essere in grado di risalire al quel particolare mancante. Da qui la solita
plottatura sul legno per poi passare
alla solita sagomatura, ampliamente descritta in tutte le sue
fasi su diversi articoli di questo sito, e pertanto,volutamente omessa.
Ma è proprio sulla scelta del legno che mi soffermerei un attimo
per darvi qualche consiglio: Una Swim di queste
dimensioni, se realizzata
in legno di balsa, vi richiederà una consistente quantità di peso per
la sua equilibratura idrostatica, ecco perché come scelta personale
opto per legni decisamente più pesanti ( e purtroppo anche più duri da
lavorare) della balsa ( cedro, acero, ecc ), scelta, però da tenere in
considerazione, visto che comunque stiamo realizzando una “Jointed
Swim-Bait” , e qui, un legno in grado di resistete agli sforzi
concentrati lungo il perno di articolazione tra la sezione frontale e
quella posteriore, non può che giocare in nostro favore. Realizzato quindi
il nostro grezzo ancora tutt’uno, passo a trattarlo velocemente con
della vernice simile al vetrificante da parquet per impregnare ed impermeabilizzare il tutto, carteggio in
seguito, eliminando le prime imperfezioni e preparandolo per la
verniciatura successiva. A questo punto si
comincia a pensare dove vogliamo che la nostra super swim si posizioni
durante il nuoto in acqua, quindi al suo equilibrio idrodinamico (
completamente diverso da quello idrostatico) scaturito dalla
risultante della sommatoria delle forze agenti
sull’artificiale durante il suo moto in acqua ( per la cui
trattazione servirebbero un paio di annetti alla facoltà di
aerodinamica-Ing. Navale e che vi risparmio in questa sede ). Passiamo quindi all’inserimento delle grammature di peso ( circa 25 Gr.) nel nostro fuso, anche qui vi risparmio una lunghissima trattazione sulla realizzazione dell’equilibrio idrostatico ( equilibrio intrinsecamente stabile, indifferente e instabile…in tutte le sue sfumature ) ma che purtroppo è la principale causa di pessimi risultati a lavoro finito. Procedete a “grammare” come mostrato nell’immagine successiva inserendo il peso da 15 gr. verso la parte centrale del fuso e quello da 10 gr. verso la parte frontale come in figura, facendoli sprofondare all’interno del legno di un paio di mm.
Prepariamo della
resina epossidica bicomponente e fissiamo le grammature al fuso. Per la realizzazione dell’articolazione, detto anche snodo, personalmente preferisco optare per quelle del tipo singolo ( quelle con un solo anello di giunzione passante attraverso il perno di fulcro) rispetto a quelle doppie, per una questione di semplicità realizzativa , a meno che, non sia imposto da specifiche esigenze costruttive. Realizziamo quindi il taglio con un a qualsiasi sega a lama sottile come fatto in questa immagine, ricordandoci che , una volta separate le due sezioni, bisogna aumentare l’angolo creatosi nella sez. frontale e di rendere più acuto quello della sez .posteriore, questo per rendere possibile il movimento di oscillazione della coda che altrimenti si troverebbe fortemente limitata nel movimento.
Fato ciò, si realizza lo scasso di circa 2 mm. per 12 mm. di profondità, per alloggiare la vite ad occhiello centrale ( non troppo alto, per evitare eccessivi movimenti di rollio della sez. posteriore ), sotto il trapano a colonna , posta la sezione posteriore in perfetto squadro verticale, con una punta da legno di mm.2 si realizza il foro che andrà ad ospitare il perno. Personalmente non realizzo il foro passante, per non indebolire eccessivamente la struttura ( che proprio in questo punto ha il massimo dello sforzo) ma mi fermo qualche millimetro prima del dorso. Con l’aiuto di una piccola fresa a cono allargo l’unica entrata del perno ( quella sul ventre) per circa 2mm di profondità ed un diametro di 5mm. Ora finalmente passo a realizzare questo benedetto perno ,prendendo dei chiodi di acciaio inossidabile da 2 mm. di diametro e della lunghezza di 40 mm., taglio con il microdisco dremel, a lunghezza pari al foro realizzato, il chiodo, ottenendo così il mio perno in acciaio. A questo punto passo a realizzare il piccolo foro di 1 mm. sull’altra sezione, all’altezza dello scasso orizzontale realizzato in precedenza per ospitare il la vite ad anello. affiancando le due parti per un perfetto riferimento assiale ( in questa fase un foro non in asse porterebbe ad avere le due sezioni fuori squadro, con conseguente decadimento sia dell’effetto visivo che delle prestazioni di nuoto). Avvitiamo la vite all’interno della sezione frontale come nella fotografia precedente, trovando la giusta profondità di questa ( troppo poco consentirebbe dei movimenti eccessivi alla coda, e troppo in fondo rischierebbe poi di far toccare le due parti con il conseguente blocco, indicativamente un movimento angolare di 90°-120° è l’ottimale ) passiamo il perno in acciaio all’interno del foro e della vite ad occhiello per fissare le due sezioni e vedere se tutto è in squadro, ma senza incollarle, poiché a breve dovremmo nuovamente disgiungerle per le successive lavorazioni. Fatto e ricontrollato il movimento, si separa il tutto e si passa al resto dei processi lavorativi. Ovvero la realizzazione di un piccolo scasso nella sezione posteriore per montarvi la coda siliconica a testa di martello ( o altre code se siete in grado di realizzarvele da soli ) che donerà il sinuoso e realistico movimento alla vostra realizzazione artigianale. La lunghezza della coda si aggira intorno ai 7 Cm, e per le mie swim utilizzo quelle dei pesciolini siliconici da Cm 18 che si trovano in commercio in varie colorazioni ( per una questione di costi e di praticità ) semplicemente tagliandoli ed adattandoli alla misura finita.
Eseguito anche questo passaggio è ora di pensare alla paletta, in lexan in questo caso da mm 2,5, sul cui posizionamento , forma , dimensioni ed angolatura si potrebbero effettuare numerosissime varianti ( lascio a voi le prove ), ma che per semplicità , per il momento vi suggerisco di eseguire come nella successive figure.
Ritagliata,
sagomata e rifinita incollatela con della resina epox bicomponente. Realizzate le
pinette dorsali e ventrali sempre in lexan da 1 mm., create una sella
per il loro inserimento ( almeno 2 mm. All’interno del dorso della
Swim), e prima di incollarle realizzate delle incisioni su di esse a mo
di ……pinna… smussate e rifinite
per poi fissare con della resina epox. Avvitate tutti gli
anelli, tranne quello di giunzione delle due sezioni, facendo precedere
l’avvitamento dall’immissione nel foro di Attac o equivalente ( in
questo modo la porosità del materiale l’ assorbirà con conseguente
indurimento e rafforzamento dei punti critici strutturali ), altra attac
e rapido avvitamento a collante fresco fino a misura finita degli
occhielli. Ora sono terminate
quasi tutte le procedure costruttive , si passa quindi ai processi di
verniciatura, lasciando a voi la più
ampia libertà realizzativi in tal senso. Adattate o realizzate la vostra coda in silicone , incollatela con dell’attac lungo e all’interno dello scasso , armate con delle ancorette di ottima qualità 3/0 e buon divertimento. Occhio ai predatori
di grossa taglia…un buon
trecciato vi aiuterà sicuramente
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