ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

Stranix
semicrank 6cm

- Con spostamento di massa interno -

Testo e foto di Segio Filippetto (alias Kabeda) - Febb. 2012 

Le sfide mi sono sempre piaciute e per quanto ne abbia accettate parecchie questa è sicuramente stata la più esaltante.

Visto lo strapotere degli artificiali tecnologici ho pensato che fosse possibile costruire un’ artificiale che si potesse lanciare lontano, avere un richiamo rattle interno, che potesse scendere ad una buona profondità e scodinzolare parecchio durante il recupero.

Dopo parecchie prove, sagome su sagome, giorni, settimane… ecco la svolta: come per il maggiolino, la nocciolina di mia suocera fu la scintilla, ecco che la mia fantasia contorta iniziò a galoppare per il suo momento di gloria: la pipa del mio vicino e la sua forma, normale per tutti ma non per me, con quella forma strana che mi stava intrigando…….un rapido schizzo sulla carta e vai!!!!!

Che ci possiamo fare noi accaniti malati di autocostruzione a trovare le forme degli artificiale dappertutto? Dopo queste affermazioni, sicuramente  per qualcuno, mia moglie e i miei figli compresi, dovrei farmi vedere da qualche specialista, ma non è ancora il momento….

Molto somigliante ad un’altro artificiale, il mio “compasso” di qualche anno fa, se ne differisce da molti particolari, tra cui il peso a spostamento interno e soprattutto dalla zona di pressione dell’acqua sul corpo. Infatti la superficie della paletta è aumentata dalla schiena stessa che funge da prolungamento della paletta e quindi, nonostante la limitata lunghezza esterna, l’artificiale raggiunge tranquillamente i 2/3 metri di profondità, nuotando anche e soprattutto a basse velocità di recupero.

Ma le sorprese non sono finite: la sfera o le sfere ( e poi spiegherò l’arcano..) battendo anche contro l’armatura, producono il rattle. In parole povere sono riuscito a progettare e costruire un’esca esca con le caratteristiche che mi ero prefissato (e vi sembrano poche?)

L’artificiale in questione è stato testato nella vasca spinning alla Fiera di Bologna da Gianni Burani in persona che ne ha comprovato le buone qualità di nuoto, sia a bassa che alta velocità di recupero e di lancio.

Quindi, bando alle ciance e mettiamoci sotto!

MATERIALI OCCORRENTI

  • Listello di Abete, Samba, Obece  25 x 15 x 65mm

  • Un pezzettino di balsa 10 x 10 x 4mm

  • Spezzone di filo in acciaio inox da 0,8 mm di sezione

  • Una sfera di cuscinetto da 6,2 mm di diametro o due da 3,7 mm

  • Policarbonato 25 x 20 mm da 2mm di spessore (Lexan)

  • Colla epossidica

  • Trapano elettrico con una punta da 4/5mm e 8mm

Ricordiamoci sempre di utilizzare tutti gli attrezzi in piena sicurezza usando come   protezione personale almeno un paio di occhialini e una mascherina di protezione.

Ho omesso gli attrezzi più comunemente usati poiché penso che la maggior parte di voi ne sia gia in possesso.

Le sagome iniziali del corpo e della paletta hanno queste forme riprodotte in scala 1:1

Seguendo i consigli uno dei miei precedenti articoli, si stampano le due sagome e le si incollano rispettivamente, una sul legno e l’altra sul lexan o policarbonato da 2mm.

Fatto questo, si profila il legno con qualsiasi strumento adatto all’operazione che può essere un seghetto del traforo, un platorello, una sega a nastro, ecc.

Carteggiamo appena gli spigoli in maniera da eliminare eventuali schegge e bave e tracciamo queste tre linee: con l’aiuto di una squadra, eseguiamo per prima la linea della sede per la paletta e poi tracciamo le due diagonali come dalla foto.

Chiudiamo la sagoma in una morsa e foriamo il centro delle due diagonali, prima con una punta da 4/5 mm e poi con una punta da 8mm.

Ricordiamoci di stare attenti nel procedere perpendicolarmente al corpo e a non esagerare con la profondità del foro che deve essere circa sui 20/23mm.

Pratichiamo lo scasso per la paletta prestando attenzione a farlo a 90 gradi rispetto ai fianchi.

Nella foto di destra noterete che è già stato fatto lo scasso frontale per la sede dell’armatura. Lo stesso scasso va proseguito sulla schiena dell’artificiale tenendo una profondità dello stesso di circa 2/3 mm massimo e leggermente più largo della sezione del filo utilizzato. Questo accorgimento ci permette un fissaggio molto tenace dell’armatura al corpo con l’utilizzo di una buona colla epossidica.

Un altro accorgimento potrebbe essere un ulteriore piccolo scasso sotto la zona di coda ed incollarvi il capo libero della nostra armatura che avrà questa forma: anello chiuso sotto, passante in testa e aperto dietro per avere una maggiore superficie incollata dentro lo scasso.

Rastremiamo il corpo 15mm dalla testa e 25mm dalla coda. Queste sono misure sono  indicative e quindi ciascuno può trovare delle soluzioni diverse in base al nuoto /movimento desiderato.

Ora è il momento delle sfere dei cuscinetti.

All’inizio ho accennato alla possibilità dell’utilizzo di una o due sfere, naturalmente aventi un peso equivalente a quella grande, da inserire all’interno del nostro foro. Per questa costruzione ho optato per la soluzione ad una sfera.

Teniamo conto di questo interessante particolare: una sfera genera una frequenza bassa, mentre due sfere generano frequenze più elevate in quanto si possono toccare anche tra di loro. Quindi  è possibile, con la stessa sagoma, avere degli artificiali che emettono due tipi differenti di frequenze durante il nuoto e dandoci la possibilità di far attirare verso l’esca qualche pesce in più.

Abbiamo quasi terminato la preparazione. Per scrupolo proviamo che tutti i pezzi siano funzionali: inseriamo la sfera nel foro, incastriamo l’armatura sull’artificiale e proviamo a muovere il corpo. Noteremo subito che la sfera va a toccare la parte frontale dell’armatura; Anche questo fa parte del gioco! Ma proseguite nel controllo: la sfera si deve muovere  liberamente, soprattutto facciamo attenzione che non rimangano trucioli o incastrata da qualche parte nel foro, di solito sul fondo. Una passata con la carta abrasiva finissima o la punta  girata con la mano possono eliminare questi inconvenienti. Fatto questo procediamo al fissaggio del tutto facendo attenzione che non entri la colla all’interno del foro o che si sporchi la sfera. Ricordatevi che deve muoversi liberamente! Quindi prestiamo la massima attenzione.

Qui si nota il “tappo” in balsa e il fissaggio dell’anello chiuso incassato nella sua sede.

Una volta rappresa la colla epossidica, prendiamo il pezzettino di balsa, lo lavoriamo  adattandone perfettamente solo il contorno al foro, a mo’ di tappo e con della colla cianoacrilica lo incolliamo chiudendo il foro. Nel procedere in questa operazione, consiglio di tenere l’artificiale  in verticale  con la sfera verso la coda. In questa maniera impediamo alla stessa di venire sporcata con la colla di fissaggio.

Una volta bloccato il tutto, carteggiamo la balsa  e la portiamo a filo della sagoma.

Prendiamo ora la paletta, la sagomiamo e la sbaviamo con la carta vetrata; pratichiamo uno scasso (va bene anche una lama del seghetto) nella stessa in modo da poterla inserire agevolmente nella sua sede che abbiamo precedentemente tagliato e nel filo dell’armatura.

Proteggiamola con nastro di carta e diamo una mano di protettivo (turapori, vernice o resina epossidica, ecc.) direttamente sulla superficie del legno soprattutto nella zona anteriore del “tappo” di balsa in modo che il tutto si irrobustisca.

Dopo le fatidiche 24 ore possiamo andare a colorare o rivestire il nostro artificiale come meglio ci piace. Non mi dilungo un questa descrizione perché lascio ad ognuno di voi l’utilizzo dei prodotti di comunemente usati sia per la colorazione che per la protezione della nostra costruzione.

Spero di essere stato esauriente ma nel caso di dubbi potete contattarmi.

Un saluto e un augurio a tutti una buona p..ermanenza su questo sito!

 

 

 

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