ARTIFICIALI & Co

 

 

 

Plano stampi all in one evolution
(e poi non dite che non mi riescono i titoli fighi)

 Testo e foto di : Filippo Fuligni (Lippus) - Febbraio 2013

Premessa.

Ormai sono alcuni anni che faccio esche in resina, e questo mi ha permesso di affinare la tecnica costruttiva, soprattutto nella realizzazione degli stampi e metodologie di colata. Il presente articolo vuole essere una evoluzione di questo: http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_stampiAllInOne.htm , per cui non mi dilungherò nella spiegazione di cosa sia e come si realizza uno stampo bivalva (http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_bimaterialiLippus.htm , http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_ovettoSiluri.htm) o a pozzo (http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_stampoPozzo.htm),  come pure non spiegherò cosa è la resina e come si cola, ma vi invito, nel caso non lo abbiate fatto, alla lettura dei sopracitati tutorial.

A cosa servono.

Chi mi conosce sa già che fondamentalmente io sia un pigro cronico, sono quindi sempre alla ricerca di qualcosa che mi permetta di realizzare quello che voglio nel minor tempo possibile con il minimo sforzo possibile. Già con la vecchia versione dei “plano stampi all in one” (http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_stampiAllInOne.htm) ero già a buon punto, però questi stampi avevano dei difetti, il primo è che essendo bivalva sull'asse verticale, durante la colata comunque c'era un disallineamento tra le due valve di qualche decimo di mm (per ovviare a questo occorre fare altri tipi di stampi molto più complessi che sinceramente non sono ne alla mia portata ne ho la minima voglia di farli :-)  ), ma questo minimo disallineamento faceva in modo che la paletta, se inserita nello stampo non fosse mai in posizione corretta, inoltre il posizionamento dell'armatura e della piombatura risultava più difficoltoso.

L'evoluzione sono stati gli stampi bivalva sull'asse orizzontale, come spiegato nel mio articolo sugli artificiali bimateriali (http://xoomer.virgilio.it/cjbur/a_bimaterialiLippus.htm), in questo modo l'armatura si posiziona sempre perfettamente, perchè nello stampo sono presenti gli alloggiamenti degli occhielli, ed il piombo rimane nella posizione voluta, in quanto rimane in basso, inoltre così potevo colare direttamente la paletta. Questi stampi mi risolvevano anche il problema del piccolo disallineamento delle due valve, o meglio, il problema permane, ma rimanendo sul dorso, bastano pochi colpi di carta abrasiva per eliminare l'imperfezione senza modificare in nessun modo l'assetto ed il nuoto. Anche questa metodologia però presentava un difetto, e cioè la fragilità della paletta, in parte avevo ovviato inserendo dei listelli di policarbonato nella colata della stessa, ma per un uso gravoso rimaneva comunque troppo soggetta a scheggiamenti e rotture.

Per questo alla fine avevo rinunciato alla paletta fatta in colata, e andavo ad inserirne successivamente una in policarbonato, questo però mi portava via tempo, sia per l'inserimento della stessa, sia per la possibilità di errore nel farlo.

Alla fine sono arrivato alla metodologia di “produzione” oggetto di questo tutorial, in cui il risultato della colata è un artificiale già “finito”, con tanto di paletta in policarbonato e già pronto per la verniciatura, senza nessuna (o quasi) operazione intermedia.

Cominciamo.

La prima cosa da fare, è forse la cosa più importante, e cioè la scelta o la realizzazione del “master”, cioè l'artificiale originale da cui realizzare lo stampo. Per fare ciò possiamo partire da un artificiale commerciale che ci piace particolarmente, però in questo caso dobbiamo essere consci che otterremo un qualcosa che solo esteriormente assomiglia all'originale, mentre avrà un assetto ed un movimento che non sarà MAI uguale, questo per 2 motivi fondamentali, il primo perchè i materiali con cui realizzeremo i nostri prodotti finali saranno completamente diversi e ciò comporta una differenza sostanziale sulla distribuzione dei pesi, e quindi un movimento diverso. Il secondo perchè il nostro artificiale che esce dallo stampo ha le dimensioni esatte del master, ma poi dobbiamo verniciarlo e proteggerlo esternamente in maniera opportuna, e quindi andremo ad aumentarne le dimensioni finali e di conseguenza il suo peso.


Vecchio artificiale da clonare

Per questo motivo io mi realizzo i “master” ex novo, progettandoli espressamente per farne degli stampi. Occorre prestare molta attenzione alla loro realizzazione, in quanto un originale perfetto, porta alla realizzazione di copie perfette, altrimenti saremo costretti ad agire su ogni clone per correggere i difetti dell'originale. Per fare ciò mi costruisco degli artificiali in balsa perfettamente assettati, dotati di paletta, e protetti con 2 mani di epossidica data direttamente sul legno quando è molto liquida, dopodichè faccio tutte le prove in acqua, apportando tutte le modifiche del caso, fino ad eliminare qualsiasi difetto sia nel movimento sia nell'aspetto. Praticamente curo in maniera maniacale questa fase, tanto sono operazioni che farò una sola volta, e non dovrò ripeterle per le copie successive ;-) .


Master in balsa realizzato appositamente per la costruzione di artificiali in resina

Un piccolo consiglio, una volta fatte tutte le modifiche, date una ulteriore mano di epossidica sempre quando questa è molto liquida, questo permette di coprire eventuali piccoli difetti sul grezzo dovuti alle manovre di correzione, rendendo liscia la superficie, e rende uniforme con il corpo con il punto di attacco della paletta.

Ricordatevi che lo scopo è di arrivare ad ottenere uno stampo in grado di tirare fuori un artificiale completo di paletta, e possiamo sfruttare questa caratteristica per mettere in pratica dei trucchetti non possibili negli artificiali fatti in legno, uno è il seguente.

 

Tip & tricks n.1 (qualche termine inglese fatemelo mettere, altrimenti che l'ho studiato a fare, e poi  è fashion .. :-) )

Uno dei problemi nei crank di profondità, soprattutto per quelli dedicati a prede di grossa mole, è il posizionamento dell'anello di attacco frontale, o meglio la sua stabilità, in quanto costringe a lasciare un lungo pezzo di filo di acciaio scoperto tra il punto di innesto della paletta e quello nel legno. Possiamo ovviare a questo creando un master con un supporto in legno sotto la paletta che andrà a coprire il sopracitato filo di acciaio.

Quando andremo poi a colare questo spazio verrà occupato dalla resina , che ingloberà l'armatura, rinforzandola, e rendendo il gruppo paletta, armatura, colata praticamente indistruttibile e a prova di pescioni :-) .

Lo stampo.

Fatto il master, occorre realizzare uno stampo opportuno, cosa anche questa molto importante, in quanto uno stampo fatto male, comporta dei prodotti finiti fatti male.

Possiamo adottare 2 soluzioni, o uno stampo bivalva con taglio orizzontale o uno stampo a pozzo.

Lo stampo bivalva ha il vantaggio che il posizionamento delle componenti interne è estremamente facile, come pure facile è la fase di estrazione del prodotto finito, ma comporta un lavoro leggermente superiore nella fase post-estrazione, in quanto il grezzo ottenuto presenta qualche imperfezione sulla linea di separazione delle due valve, e a volte anche un leggero disallineamento tra queste, imperfezioni che si eliminano con un taglierino e/o carta abrasiva. Attenzione a fare in modo che tutti e tre gli anelli di attacco (frontale e per le 2 ancorette) siano tutti inglobati nella parte inferiore dello stampo, in modo che possiamo posizionarci tranquillamente l'armatura, che sarà bloccata in posizione proprio dagli alveoli degli anelli.

Lo stampo a pozzo invece, a fronte di una maggiore difficoltà nella fase di preparazione della colata e della sua estrazione,  permette una copiatura estremamente accurata dell'originale, e necessita di quasi nessun intervento correttivo, giusto un colpo di taglierino per eliminare le sbavature della colata.

In tutti e due i casi è importante che il grezzo sia posizionato in verticale in modo che la pancia stia in orizzontale oppure leggermente inclinata verso la paletta, se così non fosse il posizionamento della piombatura e/o della resina sarebbe sbagliato e sbilancerà il vostro artificiale finito.

Per come realizzare nel dettaglio uno stampo bivalva o a pozzo vi rimando agli articoli citati all'inizio li troverete tutte le informazioni necessarie.

Cominciamo la produzione.

Bene, adesso siamo in grado di iniziare la nostra produzione di artificiali, quindi cominciamo ad “armare” i nostri stampi.

La prima cosa che serve è l'armatura, personalmente per artificiali piccoli, diciamo sotto gli 8cm, preferisco realizzarne una continua, questo per 2 motivi, il primo perchè è per me più veloce da fare, il secondo perchè irrobustisce ancora di più la struttura, soprattutto sul muso dove lo scasso per la paletta crea un punto di debolezza sulla resina, questo si potrebbe ovviare anche con gli anellini facendoli più lunghi, ma appesantirebbe troppo l'artificiale, soprattutto se vogliamo farlo galleggiante. Mentre per artificiali più grandi utilizzo senza problemi gli anellini (ovviamente autocostruiti :-) ) , anche per quelli dedicati ai siluri, tanto non ci sono problemi di tenuta visto che il carico di rottura si calcola in quintali. Inoltre non si vanno ad incollare, ma si vanno ad inglobare nella colata stessa, per cui l'unico modo per poterli togliere o sfilare è usare un seghetto.

Prepariamo quindi la nostra armatura passante, per facilitarmi il compito generalmente io uso una dima e acciaio morbido aisi316, nulla vieta comunque di farla a mano, però con la dima ci si mette un attimo e si è sicuri di farla precisa.

Realizziamo adesso la paletta utilizzando del policarbonato (lexan), personalmente utilizzo sempre delle forme abbastanza semplici in modo da poter essere realizzate con il semplice ausilio della sola forbice da lattoniere.

Per la paletta si può usare un'altro trucchetto non attuabile sugli artificiali realizzati in legno, possiamo cioè realizzarla di uno spessore leggermente inferiore rispetto a quello usato per lo stampo facendo in modo che lo spessore mancante sia occupato dalla resina. Questo ci permette 2 cose, la prima è che usando un policarbonato di diamentro minore lo lavoreremo meglio, il secondo che possiamo fare la paletta in maniera più spartana, tanto i difetti verranno coperti dalla colata. In questo caso avremo una paletta che avrà una resistenza solo LEGGERMENTE inferiore ad una realizzata interamente in policarbonato, ma se abbiamo fatto lo stampo bene, avremo sempre una paletta identica senza stare a preoccuparci di eventuali piccoli difetti di quella interna in lexan. Inizialmente erò un po' scettico di questa soluzione, in quanto la resina ha una resistenza agli urti pari a zero, però dopo alcune prove ho dovuto ricredermi, ho lanciato artificiali dal terzo piano, li ho tirati contro un muro, li ho sbatacchiati sul tavolo e non me se ne è scheggiato neanche uno. Pensandoci bene non potrebbe essere altrimenti, visto che è lo stesso principio che rende le spade katana dei samurai praticamente indistruttibili, hanno cioè acciaio morbido all'interno (policarbonato nel nostro caso) e acciaio duro all'esterno (per noi resina).

Non resta che preparare la piombatura e siamo finalmente in grado di “armare” lo stampo.

L'operazione sarà diversa nel caso abbiamo una paletta di spessore uguale a quella dello stampo o  di spessore diverso.

In caso di spessore uguale, inseriamo tutte le componenti insieme, prima la paletta, poi l'armatura, ed infine la piombatura.

Prepariamo la resina e addizioniamola alle microsfere di vetro cave, stando però attenti che rimanga sufficientemente liquida, nel caso di utilizzo di stampi a pozzo, perchè altrimenti la colata sarebbe molto difficoltosa.

Nel caso di palette con spessore diverso rispetto allo stampo, inseriamo nello stesso solo la piombatura.

Poi prepariamo la resina, ma senza aggiungere microsfere, prima di usarla però attendiamo qualche minuto per lasciare salire in superficie tutte le bolle d'aria create dalla sua preparazione. Procediamo quindi a colarla solo sulla parte della paletta facendo in modo che la riempia ed inglobi anche la parte inferiore della piombatura, l'operazione viene facilitata se posizioniamo lo stampo leggermente inclinato in avanti (ma proprio poco poco).

Stando attenti ad eliminare prima qualsiasi bolla d'aria eventualmente formata, inseriamo la paletta in policarbonato nel suo alloggiamento. Terminiamo la preparazione inserendo anche l'armatura.

Alla resina che avevamo preparato aggiungiamo le microsfere di vetro cave e completiamo la colata.

Abbiamo finito, non resta che aspettare che la colata si indurisca.

Questo è l'aspetto che hanno i nostri artificiali appena usciti dallo stampo.

Non resta che eliminare le sbavature di colata con un taglierino e carta abrasiva.

Come potete vedere quelli ottenuti con lo stampo a pozzo sono più precisi e necessitano di meno lavoro di rifinitura, che comunque si riduce a pochi secondi di uso del taglierino e carta abrasiva.

Considerazioni e “trucchetti” finali.

Il risultato di tutto il lavoro sopra descritto è un artificiale SEMPRE perfettamente funzionante, senza necessità di ulteriori ritocchi, a prescindere dai 2 sistemi di realizzazione della paletta citati, inoltre la stessa, essendo inglobata all'interno della colata non potrà mai staccarsi in alcun modo, in più si elimina anche il rischio di indebolimento che si ha con alcuni tipi di incollaggio.

Concludo con 2 piccoli trucchetti che possono essere utili.

 

Tip & tricks n.2

Quello che vedete sotto è un artificiale con la paletta interamente in policarbonato, mentre il successivo è creato con la paletta inserita all'interno della resina.

Noterete che mentre nel secondo non ci sono imperfezioni ,nel primo, ci sono “sbavature” di resina addizionata a microsfere, sul bordo di attacco della paletta, ovviamente in pesca non conta nulla (ed io pigro come sono me ne frego alla grande :-) ), ma se si vuole eliminare anche questo piccolo inconveniente estetico, basta che una volta inserita la paletta nello stampo, coliamo intorno ad essa giusto un paio di gocce di resina pura, questa andrà a prendere il posto delle sbavature ma resterà assolutamente trasparente ed invisibile.

Tip & tricks n.3

Un altro inconveniente che si ha nelle nostre colate è la formazione di bolle che poi si posizionano sul dorso degli artificiali creando dei crateri più o meno grandi. Purtroppo è un problema con cui dobbiamo convivere, in quanto è risolvibile solo con apparecchiature (tipo camere per il vuoto) certamente non alla portata di noi comuni ed improvvisati colatori.

Fortunatamente possiamo ovviare facilmente senza rischio di veder sciupato nessun nostro grezzo, attuando una serie di accorgimenti abbastanza semplici. Per prima cosa dobbiamo fare degli stampi con gli artificiali posizionati verticalmente, con il dorso in alto in modo che le eventuali bolle si formano solo lì, ma questo è “automatico” per questo mio metodo di lavoro, la seconda cosa è lasciare riposare la resina alcuni minuti dopo che l'abbiamo preparata, questo fa si che quasi tutte le bolle d'aria presenti vengono in superficie, soprattutto le più grosse che sono poi quelle che creano i problemi maggiori. Nel caso di stampi bivalva basta colare separatamente le due valve, e lasciarle ulteriormente riposare una decina di minuti prima di unirle.

In ogni caso anche seguendo questi accorgimenti è probabile che comunque alcuni nostri artificiali presentino dei crateri come quelli nella foto sottostante.

Anche in questo caso nessun problema, è sufficiente che alla colata successiva, al residuo di resina preparata che avremo aggiungiamo un altro po' di microsfere, otterremo così un composto molto denso, della consistenza di uno stucco per capirsi,

 e con questo andremo a “stuccare” le imperfezioni degli artificiali della colata precedente. Una volta indurito anche questa stuccatura, basta un paio di colpi di carta abrasiva ed i nostri artificiali torneranno perfetti.

 

Finito!.

Penso di avere detto tutto, ovviamente quello che ho proposto non è certo il metodo migliore di realizzare degli artificiali in resina, ma può essere utile a chi come me, non ha a disposizione ne spazi ne attrezzature ne capacità (io mi ritengo un caprone nelle attività manuali :-) ), per creare degli stampi ed artificiali tecnicamente perfetti. Questo precedimento permette di ovviare ad imprecisioni ed errori realizzativi in modo abbastanza semplice..... almeno credo … :-)

Aggiungo  giusto qualche foto di oggetti realizzati con questo metodo.

(la mia scatola dei master)

 

Per approfondimenti e discussioni sul "Silurator" vai al forum di autocostruzione


Ciao e buona p...ermanenza sul sito!!!!!

Filippo Fuligni (Lippus)

 

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