ARTIFICIALI & Co |
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Salmerino
Deep Col
presente tutorial andremo ad imparare come realizzare un esca
utilizzando una dima personalizzata e cercando di imitare le sembianze e
le movenze di nuoto di un noto artificiale molto catturante: il Diving
Riprizer di Imakatsu; mentre però questa esca giapponese molto tecnica
è fatta in polimero plastico, noi invece la realizzeremo in legno.
L'esca originale ' un esca molto catturante dal nuoto stretto e che
durante i rilasci ritorna lentamente in superficie salendo di testa ed
ondeggiando lentamente. Premetto
che la spiegazione di come costruirlo ricalca le prime fasi di un
progetto; perciò anche se ho fatto ed usato alcuni prototipi eseguirò
per passaggi la costruzione come se fosse la prima volta; questo per
maggiore chiarezza di esposizione ed anche per dare l’opportunità a
chi volesse provare a rifarlo di personalizzarlo ulteriormente. Alcuni
passaggi li salterò volutamente perché sono già noti da tempo e
presenti nei vari tutorial già pubblicati in precedenza; mi soffermerò
invece su alcune fasi e
sulle novità tecnico/costruttive in modo da concentrare l'attenzione
del lettore sui punti salienti. Cominciamo
quindi a scegliere la forma del nostro pesce e disegniamo una dima
stampabile e ridimensionabile a computer con un software grafico o con
l'aiuto di una semplice fotocopiatrice. Ritagliamo
ora i contorni della nostra sagoma e incolliamoli su un listello di
legno; in questo caso ho scelto la samba perché è un essenza
facilmente lavorabile e reperibile in molti negozi specializzati in fai
da te e bricolage. Dopo
avere ritagliato la sagoma nel grezzo non ancora smussato (vedi foto
sopra), andiamo a segnare da subito il punto in cui effettuare il taglio
della paletta. Per tracciarlo di solito utilizzo una dima che ritaglio da un angolare in plastica, ma è preferibile realizzarla con materiali più rigidi come il lamierino di alluminio o di ottone perché in questo modo la dima rimarrà integra per un periodo molto maggiore. Si
esegue quindi il segno su un lato del grezzo come da foto E
poi facendo scorrere la dima sulla pancia del grezzo fino a raggiungere
l’angolo del segno precedente si effettua il secondo segno come da
foto. Si
passa quindi a sbozzare e rifinire il grezzo dando una forma
prevalentemente da jerk, ovvero smussando leggermente il muso,
rastremando di poco la coda e arrotondando dorso e pancia ma lasciando
gli stessi piatti nel loro culmine. In
pratica la sagoma deve diventare come quella che vedete
nella foto qui sopra. Nel
frattempo eseguiremo i fori per l’alloggiamento degli anellini
avvitati. Prestate
particolare attenzione a quello di testa; é lui che ci darà il
movimento voluto e deve quasi toccare la paletta come potete notare
dalla foto dove si vede l'esca di fianco. Questa
è un esca a tre ancorette; consiglio di fissare i due anelli di pancia
- nel caso vogliate mettere delle ancorette maggiorate - girati di 90°
rispetto alla lunghezza; questo accorgimento permette agli split ring di
fare meno escursione evitando così l'antipatico e sempre negativo
intreccio delle stesse. Nel
caso invece vogliate optare per il doppio amo potete anche metterli nel
modo classico, ovvero in direzione della lunghezza dell’artificiale. A
questo punto impermeabilizziamo l’artificiale prima di eseguire le
prove in acqua per trovare la giusta zavorra. Come
limitare la quantità di piombatura: Per limitare la quantità di piombo da mettere come zavorra, approfitto di tutto il corpo del grezzo, semplicemente sfruttando l’appesantimento che mi offre la lamina di alluminio con cui rivesto i due fianchi dell'esca. Infatti
come potete notare dalla foto sopra, applico le “guance”di alluminio
sui lati e poi do una mano di resina epossidica liquida dopo aver
bloccato con la stessa gli anellini in sede riempiendone i fori. Nelle
esche che faccio in piccola serie - dopo aver stabilito la giusta
piombatura - di solito preferisco usare un sistema diverso e cioè
fissare gli anellini, dare il protettivo (resina epossidica) e quindi
decorare. Ma
questo metodo da usare soprattutto nei primi e nei prototipi mi permette
da subito di ottenere il giusto compromesso tra piombatura e finitura
nei minnows galleggianti senza eccedere nel peso e darmi l’idea giusta
di come viene il lavoro finito. Passiamo
quindi alla prova di piombatura in acqua Come
si capisce dalle due foto ho applicato dei pesi, in questo caso due
sfere di piombo da 2 g l’una più le tre ancorette, gli split ring e
la paletta. Le
sfere le ho messe in posizione con dei pezzetti di nastro gommato da
carrozziere. Come
si intuisce sempre dalle foto, l’artificiale deve avere un assetto in
acqua con la schiena, o meglio la porzione della schiena al massimo
della curvatura, fuori dall’acqua per avere un giusto nuoto durante la
trazione. La
paletta invece deve rimanere sommersa di pochi millimetri per permettere
da subito il movimento giusto sin dal primo recupero, sia che avvenga su
trazione che jerkato. Per
la paletta ho usato questa forma replicabile da dima: Nella
dima ho segnato il punto in cui fare una leggera concavità nel lexan
(in questo caso da 1.5 mm) mentre le lineette rappresentano il punto in
cui fare un incavo con le pinze piatte che parte dalla punta della
paletta fino al perimetro della conchetta. La
porzione della paletta che deve sporgere dall’artificiale è di circa
3 cm. massimo 3.5 cm. e deve entrare nel grezzo di almeno 50 mm. perciò
la paletta ha una lunghezza totale
di circa 3.5 - 4 cm. Passiamo
quindi ad eseguire i fori per l’alloggiamento del piombo che avremo
precedentemente segnato durante le prove in acqua; i fori in questo caso
sono fatti con una punta di 0.9 mm. Questa
è la fase particolare che ci permette di simulare
il comportamento del legno come fosse plastica termosaldata o
resina. In
questo caso ho messo la sfera di piombo fissa
nella parte posteriore e mobile in quella anteriore effettuando
questo procedimento: Ho
usato un tondino di samba di circa 1 cm. ed ho praticato con una fresa
tonda una concavità che permette al piombo di rimanere in posizione
centrale ma di muoversi in tutte le direzioni. Quindi
ho preso un temperamatite ed ho fatto una leggera punta. Poi
ho preso il tondino (con la concavità e il diametro adeguato grazie al
temperematite) infilandolo nel foro inserendo precedentemente la sfera
di piombo. A
questo punto ho segnato con una matita il punto in cui tagliare ed ho
rifilato il tutto lasciandone una porzione sporgente così Ho
provato quindi ad agitare il tutto per ascoltare il rumore della zavorra
in modo da avere un idea di quanto sia l’escursione interna. Se non la
riterrete sufficiente andrete ad allargare la sede in legno in cui viene
alloggiata la sfera. Si incolla quindi leggermente il cono del dischetto, si infila la sfera e si chiude il tutto e si blocca con stucco anche quello posteriore così Adesso
abbiamo pronto l’artificiale per la decorazione finale, che ovviamente
lascerò libera alle preferenze di ognuno di voi. Particolare
della paletta:
Alcune
considerazioni: A) È possibile inserire un rattling nella parte anteriore usando questo sistema: Usando
cioè delle coppelle di rame, facilmente reperibili nei negozi di
idraulica o ferramenta ben forniti; basta effettuare un foro circolare
nel grezzo e si inseriscono dei pallini molto piccoli di acciaio; per
intenderci quelli dei cuscinetti a sfere. Nell’esempio
che vedete in foto ho usato un piombino solamente per rendere l’idea. Le
stesse coppelle ovviamente possono
essere usate anche per
la zavorra principale. B)
la piombatura si può eseguire in vari modi con le varianti del caso:
Considerazioni
finali: Questo
tutorial per il momento termina qui, spero vi serva per costruire esche
molto catturanti; la seconda fase e cioè quella delle finiture la
spiegherò in un tutorial successivo; vi ringrazio per la pazienza che
avete avuto nel leggermi sin qui e soprattutto per cercare di capire
tutto quello sopra esposto; vi aspetto sul forum per eventuali
chiarimenti o dubbi. Per approfondimenti e discussioni vi invito sul forum di autocostruzione
Emanuele Paolucci
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